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Scegliere il giusto mezzo d'installazione

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Manuale AMD64
Installazione
Riguardo l'installazione
Il mezzo d'installazione
Configurare la rete
Preparare i dischi
Installare lo stage3
Installare il sistema base
Configurare il kernel
Configurare il sistema
Strumenti di sistema
Configurare l'avviatore
Ultimare l'installazione
Lavorare con Gentoo
Introduzione a Portage
Opzioni USE
Funzionalità di Portage
Sistema script di init
Variabili d'ambiente
Lavorare con Portage
File e cartelle
Variabili
Mixare i rami del software
Strumenti aggiuntivi
Repositorio pacchetti personalizzato
Funzionalità avanzate
Configurare la rete
Come iniziare
Configurazione avanzata
Networking modulare
Wireless
Aggiungere funzionalità
Gestione dinamica


Requisiti Hardware

Prima di cominciare, elenchiamo i requisiti hardware necessari per installare correttamente Gentoo su un'architettura amd64.


AMD64 livedisk hardware requirements
Minimal CD LiveDVD
CPU Any AMD64 CPU or EM64T CPU (Core i3, i5, and i7 are EM64T)
Memory 256 MB 512 MB
Disk space 2.5 GB (excluding swap space)
Swap space At least 256 MB

The AMD64 project is a good place to be for more information about Gentoo's amd64 support.


Mezzo di installazione di Gentoo Linux

CD d'installazione minimale

Nota
A partire dal 20 aprile 2017 i CD minimali ufficiali non sono in grado di avviarsi in modalità UEFI. Si avviano soltanto in modalità BIOS (MBR). I lettori che creeranno il loro sistema avviabile con UEFI devono scaricare l'ultima versione dell'ISO ibrido (LiveDVD).

Il CD di installazione minimale è un'immagine avviabile che contiene un ambiente Gentoo auto-sostenuto. Permette agli utenti di avviare Linux dal CD o da altri mezzi di installazione. Durante il processo di avvio viene rilevato l'hardware e vengono caricati i driver necessari. L'immagine è mantenuta dagli sviluppatori di Gentoo e consente a chiunque di installarlo purché sia disponibile una connessione ad Internet.

Il CD di installazione minimale è chiamato install-amd64-minimal-<release>.iso.

Il LiveDVD occasionale di Gentoo

Saltuariamente, viene creato uno speciale DVD dalla squadra Gentoo Ten Project, il quale può essere usato per installare Gentoo. Le presenti istruzioni riguardano il CD di installazione minimale, pertanto potrebbero risultare un po' differenti rispetto al LiveDVD. Comunque, il LiveDVD (o qualsiasi altro ambiente Linux avviabile) supporta l'elevazione ad amministratore (root) invocando sudo su - oppure sudo -i da terminale.

Gli archivi stage per l'installazione

L'archivio stage3 è un archivio che contiene un ambiente Gentoo minimale, adatto per proseguire con l'installazione di Gentoo secondo le istruzioni di questo manuale. In precedenza, il manuale Gentoo descriveva l'installazione di uno dei tre archivi stage. Anche se Gentoo continua ad offrire gli archivi stage1 e stage2, il metodo di installazione ufficiale usa solo l'archivio stage3. Se si è interessati ad eseguire un'installazione che usi l'archivio stage1 o stage2, si legga sulle FAQ la domanda Come installo Gentoo usando gli archivi stage1 o stage2?

Gli archivi stage3 si possono trovare seguendo il percorso releases/amd64/autobuilds/ su uno dei mirror di Gentoo ufficiali. I file stage vengono aggiornati frequentemente e non sono inclusi nell'immagine per l'installazione.

Download

Scaricare il supporto

I mezzi di installazione predefiniti utilizzati da Gentoo Linux sono i CD minimali di installazione, che ospitano un ambiente Gentoo Linux avviabile e molto piccolo. Questo ambiente contiene tutti gli strumenti appropriati per installare Gentoo. Le stesse immagini dei CD si possono scaricare dalla pagina dei download (raccomandata) o navigando autonomamente fino alla posizione del file ISO su uno dei tanti mirror disponibili.

Se si scarica da un mirror, il CD di installazione minimale si potrà trovare così:

  1. Entrare nella cartella releases/.
  2. Scegliere la cartella relativa alla propria architettura (come amd64/).
  3. Scegliere la cartella autobuilds/.
  4. Per le architetture amd64 e x86 scegliere rispettivamente la cartella current-install-amd64-minimal/ o la cartella current-install-x86-minimal/. Per tutte le altre architetture entrare nella cartella current-iso/.
Nota
Alcune architetture come arm, mips, e s390 non hanno un CD d'installazione minimale. Al momento il Progetto ingegneristico di rilasci di Gentoo non supporta la creazione di file .iso per queste architetture.

All'interno di quest'ultima cartella, il file immagine per l'installazione è quello con il suffisso .iso. Per esempio, si dia un'occhiata alla seguente lista:

CODE Lista d'esempio dei file scaricabili su releases/amd64/autobuilds/current-iso/
[DIR] hardened/                                          05-Dec-2014 01:42    -   
[   ] install-amd64-minimal-20141204.iso                 04-Dec-2014 21:04  208M  
[   ] install-amd64-minimal-20141204.iso.CONTENTS        04-Dec-2014 21:04  3.0K  
[   ] install-amd64-minimal-20141204.iso.DIGESTS         04-Dec-2014 21:04  740   
[TXT] install-amd64-minimal-20141204.iso.DIGESTS.asc     05-Dec-2014 01:42  1.6K  
[   ] stage3-amd64-20141204.tar.bz2                      04-Dec-2014 21:04  198M  
[   ] stage3-amd64-20141204.tar.bz2.CONTENTS             04-Dec-2014 21:04  4.6M  
[   ] stage3-amd64-20141204.tar.bz2.DIGESTS              04-Dec-2014 21:04  720   
[TXT] stage3-amd64-20141204.tar.bz2.DIGESTS.asc          05-Dec-2014 01:42  1.5K

Nell'esempio soprastante, il file install-amd64-minimal-20141204.iso è proprio il CD di installazione minimale. Ma come si può osservare, esistono anche altri file:

  • Un file .CONTENTS che contiene una lista di tutti i file disponibili nel supporto di installazione. Può essere molto utile per verificare se sono inclusi alcuni driver senza dover scaricare l'immagine ISO.
  • Un file .DIGESTS che contiene i checksum delle varie immagini ISO, in vari algoritmi. Può essere utilizzato per verificare l'integrità dell'immagine ISO scaricata.
  • Un file .DIGESTS.asc che contiene, oltre ai checksum delle immagini ISO (come nel file .DIGESTS), anche la firma crittografica dei file. Può essere usato, oltre che per verificare l'integrità, per verificare che l'immagine ISO provenga effettivamente dal team di Gentoo e che non sia stata modificata.

Si ignorino per ora gli altri file disponibili in questa posizione - quelli verranno indicati con il procedere dell'installazione. Scaricare il file .iso e, se si desidera la verifica di quanto scaricato, scaricare anche il file .DIGESTS.asc relativo al file .iso. Non è necessario scaricare anche il file .CONTENTS, in quanto queste istruzioni di installazione non vi si riferiranno più, ed il file .DIGESTS dovrebbe contenere le stesse informazioni di .DIGESTS.asc, a parte una firma che quest'ultimo file contiene all'inizio.

Verificare i file scaricati

Nota
Questo è un passaggio facoltativo e non è necessario per l'installazione di Gentoo Linux. Tuttavia, è raccomandato assicurarsi che il file scaricato non sia corrotto e sia effettivamente fornito dalla squadra dell'infrastruttura di Gentoo.

Attraverso i file .DIGESTS e .DIGESTS.asc può essere confermata la validità del file ISO ricorrendo ai giusti strumenti. Questa verifica è solitamente svolta in due passi:

  1. Per prima cosa, viene convalidata la firma crittografica per assicurarsi che il file di installazione sia fornito proprio dalla squadra ingegneristica di rilasci Gentoo
  2. Se la firma crittografica viene validata, si verifica che la somma di controllo (checksum) del file scaricato non sia corrotta

Verifica su un sistema Microsoft Windows

Su un sistema Microsoft Windows, è improbabile che gli strumenti idonei alla verifica delle somme di controllo e delle firme crittografiche siano nel posto giusto.

Per verificare prima la firma crittografica, è possibile utilizzare strumenti come GPG4Win. Dopo l'installazione, è necessario importare le chiavi pubbliche della squadra Gentoo Release Engineering. L'elenco delle chiavi è disponibile nella pagina delle firme. Una volta importate, l'utente potrà così verificare la firma del file .DIGESTS.asc.

Importante
Ciò non verifica che sia corretto il file .DIGESTS, ma solo che sia corretto .DIGESTS.asc. Il che implica che la somma di controllo debba essere verificata con i valori in .DIGESTS.asc, dunque le istruzioni sopra riportate si riferiscono solo al download del file .DIGESTS.asc.

La somma di controllo (checksum) può essere calcolata usando l'applicazione Hashcalc, sebbene molte altre funzionino ugualmente. La maggior parte delle volte, questi strumenti mostreranno all'utente la somma di controllo calcolata ed all'utente sarà richiesto di confrontare questa somma di controllo con il valore all'interno del file .DIGESTS.asc.

Verifica su un sistema Linux

Su un sistema Linux, il metodo più comune per verificare la firma crittografica consiste nell'usare app-crypt/gnupg. Con questo pacchetto installato, possono essere usati i seguenti comandi per verificare la firma del file .DIGESTS.asc.

Per prima cosa, si scarichi il giusto insieme di chiavi rese disponibili sulla pagina delle firme (signature):

user $gpg --keyserver hkp://keys.gnupg.net --recv-keys 0xBB572E0E2D182910
gpg: requesting key 0xBB572E0E2D182910 from hkp server pool.sks-keyservers.net
gpg: key 0xBB572E0E2D182910: "Gentoo Linux Release Engineering (Automated Weekly Release Key) <releng@gentoo.org>" 1 new signature (nuova firma)
gpg: 3 marginal(s) needed, 1 complete(s) needed, classic trust model
gpg: depth: 0  valid:   3  signed:  20  trust: 0-, 0q, 0n, 0m, 0f, 3u
gpg: depth: 1  valid:  20  signed:  12  trust: 9-, 0q, 0n, 9m, 2f, 0u
gpg: next trustdb check due at 2018-09-15
gpg: Total number processed: 1
gpg:         new signatures: 1

Poi si verifichi la firma crittografica del file .DIGESTS.asc:

user $gpg --verify install-amd64-minimal-20141204.iso.DIGESTS.asc
gpg: Signature made (firma realizzata il) Fri 05 Dec 2014 02:42:44 AM CET
gpg:                using (utilizzando) RSA key 0xBB572E0E2D182910
gpg: Good signature from (firma valida di) "Gentoo Linux Release Engineering (Automated Weekly Release Key) (Chiave a rilascio settimanale automatico) <releng@gentoo.org>" [unknown]
gpg: WARNING (ATTENZIONE): This key is not certified with a trusted signature! (Chiave non certificata con una firma affidabile)
gpg:          There is no indication that the signature belongs to the owner. (Non c'è indicazione che la firma sia stata posta dai suoi proprietari)
Primary key fingerprint (Impronta digitale primaria): 13EB BDBE DE7A 1277 5DFD  B1BA BB57 2E0E 2D18 2910

Per essere assolutamente certi che ogni cosa sia valida, si confronti l'impronta alfanumerica mostrata con l'impronta sulla pagina delle firme di Gentoo.

Con la firma crittografica validata, si passa a verificare la somma di controllo per essere certi che il file ISO scaricato non sia corrotto. Il file .DIGESTS.asc contiene più algoritmi di mescolamento (hashing). Uno dei metodi per validare quello corretto è guardare prima la somma di controllo riportata sul file .DIGESTS.asc. Per esempio, si può prendere la somma SHA512:

user $grep -A 1 -i sha512 install-amd64-minimal-20141204.iso.DIGESTS.asc
# SHA512 HASH
364d32c4f8420605f8a9fa3a0fc55864d5b0d1af11aa62b7a4d4699a427e5144b2d918225dfb7c5dec8d3f0fe2cddb7cc306da6f0cef4f01abec33eec74f3024  install-amd64-minimal-20141204.iso
--
# SHA512 HASH
0719a8954dc7432750de2e3076c8b843a2c79f5e60defe43fcca8c32ab26681dfb9898b102e211174a895ff4c8c41ddd9e9a00ad6434d36c68d74bd02f19b57f  install-amd64-minimal-20141204.iso.CONTENTS

Nell'output soprastante, vengono mostrate due somme SHA512 - una per il file install-amd64-minimal-20141204.iso e l'altra per il suo file di accompagnamento .CONTENTS. È di interesse solo la prima somma di controllo, che dovrà essere confrontata con la somma SHA512 calcolata che può essere generata così:

user $sha512sum install-amd64-minimal-20141204.iso
364d32c4f8420605f8a9fa3a0fc55864d5b0d1af11aa62b7a4d4699a427e5144b2d918225dfb7c5dec8d3f0fe2cddb7cc306da6f0cef4f01abec33eec74f3024  install-amd64-minimal-20141204.iso

Se le somme di controllo corrispondono, il file non è corrotto e l'installazione può procedere.

Scrivere su disco

Naturalmente, con il solo file ISO scaricato, l'installazione di Gentoo Linux non può iniziare. Il file ISO deve essere masterizzato su un CD così da potersi avviare tramite esso, ed in un modo tale che il contenuto del file sia scritto sul CD, non solamente il file stesso. Segue qualche metodo che si avvale di pochi comandi - un insieme più elaborato di istruzioni lo si può trovare su [posso masterizzare un file ISO?].

Masterizzare con Microsoft Windows

In Microsoft Windows, esistono molti strumenti per masterizzare immagini ISO su CD.

  • Con EasyCD Creator, selezionare File, Masterizza CD da immagine CD. Quindi cambiare il file Tipo di file in File immagine ISO. Quindi individuare il file ISO e fare clic su Apri. Dopo aver fatto clic su Avvia masterizzazione, l'immagine ISO verrà scritta correttamente sul CD-R.
  • Con Nero Burning ROM, annullare la procedura guidata visualizzata automaticamente e selezionare Masterizza immagine dal menu File. Selezionare l'immagine da registrare e fare clic su Apri. Poi cliccare sul pulsante Masterizza e seguirà la scrittura sul nuovo CD.

Masterizzare con Linux

Su Linux, l'immagine ISO può essere masterizzata su un CD usando il comando cdrecord, incluso nel pacchetto app-cdr/cdrtools.

Per esempio, masterizzare il file ISO sul CD raggiungibile con /dev/sr0 (corrisponde al primo masterizzatore CD nel sistema - sostituirlo con il dispositivo corretto se necessario):

user $cdrecord dev=/dev/sr0 install-amd64-minimal-20141204.iso

Gli utenti che preferiscono un'interfaccia grafica possono usare K3B, incluso nel pacchetto kde-apps/k3b. In K3B, andare su Strumenti e scegliere Masterizza immagine CD. Poi seguire le istruzioni fornite da K3B.

Avvio

Avviare il supporto di installazione

Una volta che il supporto di installazione è pronto, è il momento di avviarlo. Inserirlo nel sistema, riavviare ed entrare nell'interfaccia del firmware della scheda madre. Di solito è possibile farlo premendo un tasto come DEL, F1, F10, o ESC durante l'auto test all'avvio (POST: Power-On Self-test). Il tasto di accesso cambia in base al sistema ed alla scheda madre. Se non risulta ovvio, si usi un motore di ricerca su Internet e si compiano alcune ricerche utilizzando il modello della scheda madre come parola chiave per la ricerca. I risultati saranno facili da valutare. Una volta all'interno del menu del firmware della scheda madre, modificare l'ordine di avvio in modo che i supporti di avvio esterni (dischi CD/DVD o unità USB) siano controllati prima dei dischi interni. Senza questa modifica, il sistema molto probabilmente si avvierà dal disco interno ignorando il supporto di avvio esterno.

Importante
Quando si installa Gentoo con l'intento di usare l'interfaccia UEFI anziché il BIOS, è raccomandato avviare fin da subito con UEFI. In caso contrario, potrebbe essere necessario creare un dispositivo USB (o altri supporti) avviabile con UEFI una volta terminata l'installazione di Gentoo Linux.

Se ancora non è stato fatto, assicurarsi che il supporto di installazione sia inserito o collegato al sistema e riavviare. Una schermata con una richiesta inerente la modalità di avvio dovrebbe mostrarsi. Qui, con Enter verrà avviato il supporto con le opzioni predefinite. Per avviare il supporto di installazione con delle opzioni di avvio personalizzate, specificare un kernel seguito dalle opzioni di avvio e poi premere Enter.

Alla schermata inerente la modalità di avvio, gli utenti possono visualizzare i kernel disponibili con F1 e le opzioni di avvio con F2. Se nessuna scelta viene effettuata entro 15 secondi (né la visualizzazione di informazioni, né l'utilizzo di un kernel), allora il supporto di installazione passerà ad avviare dal disco interno. Ciò permette alle installazioni di riavviarsi e provare il proprio ambiente installato senza dover rimuovere il CD dal lettore (la qual cosa è molto apprezzata nelle installazioni in remoto).

Riguardo la specificazione di un kernel. Sul supporto di installazione minimale sono disponibili solo due opzioni di avvio pre-impostate. L'opzione predefinita è gentoo. L'altra è la variante -nofb; questa disabilita il supporto al framebuffer del kernel.

La sezione seguente mostra una breve panoramica dei kernel disponibili con una loro descrizione:

Scelte del kernel

gentoo
Kernel predefinito con il supporto per le CPU K8 (incluso il supporto NUMA) e le CPU EM64T.
gentoo-nofb
Come la scelta gentoo ma senza il supporto al framebuffer.
memtest86
Test della RAM locale per verificare eventuali errori.

Insieme al kernel, le opzioni di avvio aiutano a definire ulteriormente il processo di avvio.

Opzioni hardware

acpi=on
Carica il supporto ACPI e comporta inoltre l'avvio del demone acpid dal CD. È necessario solo se il sistema richiede che ACPI funzioni correttamente. E non è necessario per avere il supporto all'hyperthreading.
acpi=off
Disabilita completamente ACPI. È utile in alcuni sistemi più datati ed è anche un requisito per l'utilizzo di APM. Ciò disabiliterà il supporto all'hyperthreading del processore.
console=X
Questa opzione imposta l'accesso al CD tramite console seriale. Il primo parametro riguarda il dispositivo, solitamente ttyS0 su x86, seguito da tutti i parametri di connessione da separare con virgole. I parametri predefiniti sono: 9600,8,n,1.
dmraid=X
Consente di passare dei parametri al sottosistema di mappatura del dispositivo RAID. I parametri devono essere racchiusi tra virgolette.
doapm
Carica il supporto al driver APM. Questo richiede anche l'opzione acpi=off.
dopcmcia
Carica il supporto per l'hardware PCMCIA e Cardbus e comporta anche il lancio, all'avvio da CD, del gestore della scheda pcmcia. Ciò è necessario soltanto quando si avvia dai dispositivi PCMCIA/Cardbus.
doscsi
Carica il supporto per la maggior parte dei controller SCSI. È anche un requisito per l'avvio di più dispositivi USB, in quanto utilizzano il sottosistema SCSI core.
sda=stroke
Consente all'utente di partizionare l'intero disco rigido, anche quando il BIOS non è in grado di gestire grandi dischi. Opzione utilizzata solo su vecchie macchine BIOS. Sostituire sda con il dispositivo che richiede questa opzione.
ide=nodma
Forza la disabilitazione di DMA nel kernel. È necessario per diversi chipset IDE ed anche alcuni drive CDROM. Se il sistema sta avendo problemi con la lettura da CDROM IDE, si provi questa opzione. Disattiva anche le impostazioni hdparm predefinite da eseguire.
noapic
Disattiva l'Advanced Programmed Interrupt Controller (APIC) presente sulle schede madri moderne. È noto che APIC causa qualche problema con l'hardware più vecchio.
nodetect
Disabilita tutti gli auto-rilevamenti eseguiti da CD, tra cui il rilevamento delle periferiche e il DHCP. Ciò è utile per fare il debug di un CD o un driver che falliscono.
nodhcp
Disattiva DHCP sulle schede di rete che sono state rilevate. È utile per le reti che utilizzano solo indirizzi IP statici.
nodmraid
Disattiva il supporto per il mappatore del dispositivo RAID, ad esempio quello utilizzato nei controller RAID IDE/SATA incorporati nella scheda di sistema.
nofirewire
Disattiva il caricamento dei moduli Firewire. Ciò dovrebbe essere necessario solo se l'hardware Firewire sta causando un problema durante l'avvio da CD.
nogpm
Disattiva il supporto gpm per il mouse sulla console.
nohotplug
Disattiva il caricamento degli script di avviamento hotplug e coldplug all'avvio. Ciò è utile per fare il debug di un CD o un driver che falliscono.
nokeymap
Disabilita la selezione della mappa tasti della tastiera per le tastiere non statunitensi (USA).
nolapic
Disabilita l'APIC locale sui kernel a singolo processore.
nosata
Disattiva il caricamento dei moduli Serial ATA. Questo viene utilizzato quando il sistema ha problemi con il sottosistema SATA.
nosmp
Disattiva SMP, o Multiprocessamento simmetrico, sui kernel con SMP abilitato. Ciò è utile per eseguire il debug di problemi relativi a SMP che sorgono con alcuni driver o schede madri.
nosound
Disattiva il supporto audio e le impostazioni del volume. È utile per i sistemi in cui il supporto audio causa problemi.
nousb
Disattiva il caricamento automatico dei moduli USB. È utile per fare il debug in caso di problemi con USB.
slowusb
Aggiunge alcune pause supplementari nel processo di avvio per i CDROM USB lenti, come sull'IBM BladeCenter.

Gestione dei volumi e dei dispositivi logici

dolvm
Abilita il supporto per la gestione dei volumi logici (LVM) su Linux.

Altre opzioni

debug
Abilita il codice di debug. Ciò può creare confusione perché mostra molti dati sullo schermo.
docache
Comporta la generazione sulla RAM di una cache per l'intera porzione di CD in via di esecuzione, ciò permette all'utente di smontare /mnt/cdrom e montare un altro CDROM. Questa opzione richiede almeno il doppio di capacità RAM rispetto alla dimensione del CD.
doload=X
Implica il caricamente sull'iniziale ramdisk di qualsiasi modulo elencato, come anche le sue dipendenze. Sostituire X con il nome del modulo. Moduli multipli si possono specificare separandoli con una virgola.
dosshd
Esegue sshd all'avvio, utile per le installazioni senza sorveglianza.
passwd=foo
Imposta ciò che viene dopo l'uguale come password di root, ciò è richiesto con dosshd poiché la password di root è offuscata per impostazione predefinita.
noload=X
Implica l'esclusione dall'iniziale ramdisk di un modulo specifico che potrebbe causare un problema. La sintassi è la stessa di doload.
nonfs
Disabilita l'esecuzione di portmap/nfsmount all'avvio.
nox
Su un LiveCD con X Window System (o X11 o X) non verrà automaticamente avviata l'interfaccia visuale X, ma passerà ad un'interfaccia a riga di comando.
scandelay
Inserisce una pausa di circa 10 secondi durante alcune parti del processo di avvio da CD, così da rendere possibile l'inizializzazione di certi dispositivi lenti e permettere che risultino pronti all'uso.
scandelay=X
Consente all'utente di specificare un ritardo personalizzato in secondi che viene aggiunto ad alcune parti del processo di avvio per consentire l'inizializzazione dei dispositivi lenti affinché risultino pronti all'uso. Sostituire X con il numero di secondi da aspettare durante la pausa.
Nota
I supporti di avvio controlleranno le opzioni no* prima delle opzioni do*, salvo questo, le opzioni saranno eventualmente sovrascritte in base all'ordine esatto con cui sono state specificate.

Ora si avvii il supporto di installazione, si selezioni un kernel (qualora il kernel predefinito gentoo non risulti soddisfacente) e le opzioni di avvio. A titolo di esempio, avviamo il kernel gentoo con dopcmcia come parametro per il kernel:

boot:gentoo dopcmcia

In seguito, l'utente è accolto da una schermata di avvio ed una barra di avanzamento. Se l'installazione viene eseguita su un sistema con una tastiera diversa da quella statunitense, assicurarsi di premere Alt+F1 il prima possibile per passare alla modalità dettagliata e soddisfare le richieste di istruzione. Se non viene effettuata alcuna scelta entro 10 secondi, sarà considerato il valore predefinito (tastiera statunitense) e la fase di avvio proseguirà. Una volta completato il processo di avvio, l'utente si ritroverà automaticamente nell'ambiente Gentoo Linux "Live" come utente root, il superutente. La console aperta sarà in attesa di comandi dall'utente root ed è possibile passare ad altre console premendo Alt+F2, Alt+F3 o Alt+F4. Per tornare alla prima console si prema Alt+F1.


Configurazione hardware extra

Quando il supporto di installazione viene avviato, vengono rilevati tutti i dispositivi hardware e caricati i moduli del kernel appropriati per supportare quell'hardware. Nella maggior parte dei casi fa un ottimo lavoro. Tuttavia, in alcuni casi, può non caricare automaticamente i moduli del kernel necessari al sistema. Se il rilevamento automatico delle periferiche PCI si perde qualche componente hardware, i moduli del kernel appropriati dovranno essere caricati manualmente.

Nel prossimo esempio viene caricato il modulo 8139too (che supporta certi tipi di interfacce di rete):

root #modprobe 8139too

Opzionale: Account utenti

Se altre persone hanno bisogno di accedere all'ambiente di installazione o c'è la necessità di avviare comandi come utenti non-root (ad esempio per chattare utilizzando irssi senza privilegi di root per ragioni di sicurezza), allora è necessario creare un account utente ed impostare una password di root complessa.

Per cambiare la password di root, usare il comando passwd:

root #passwd
New password: (Inserisci la nuova password)
Re-enter password: (Riscrivi la nuova password)

Per creare un account utente, prima si inseriscono le sue credenziali e poi la sua password. I comandi useradd e passwd servono per queste due operazioni.

Nel prossimo esempio, viene creato un utente chiamato "luca":

root #useradd -m -G users luca
root #passwd luca
New password: (Inserisci la password di Luca)
Re-enter password: (Riscrivi la password di Luca)

Per passare dall'attuale utente root a quello appena creato, usare il comando su:

root #su - luca

Opzionale: Consultare la documentazione durante l'installazione

Terminali

Per consultare la guida durante l'installazione, prima si crei un account utente come descritto sopra. Poi si prema Alt+F2 per passare ad un nuovo terminale.

Durante l'installazione, il comando links può essere usato per sfogliare la guida - naturalmente solo se la connessione Internet sta funzionando.

user $links https://wiki.gentoo.org/wiki/Handbook:AMD64

Per tornare al terminale di origine, premere Alt+F1.

GNU Screen

L'utilità GNU Screen è preinstallata nel supporto di installazione ufficiale di Gentoo. Potrebbe risultare più efficiente per gli appassionati che hanno esperienza con Linux usare screen per visualizzare le istruzioni di installazione in più pannelli anziché con il metodo dei terminali multipli appena esposto.

Opzionale: Avviare il demone SSH

Per consentire ad altri utenti di accedere al sistema durante l'installazione (magari per essere aiutati durante l'installazione, o farsela fare a distanza), si deve creare un account utente (come descritto sopra) ed anche il processo SSH va avviato.

Per avviare il processo (daemon) SSH, eseguire il comando:

root #service sshd start
Nota
Se gli utenti accedono al sistema, vedranno un messaggio che indica che è necessario confermare la chiave del computer host, attraverso la cosiddetta impronta digitale. Ciò è normale dato che si accede al sistema per la prima volta. Tuttavia, in seguito, quando il sistema sarà configurato e qualcuno accederà al sistema appena installato, il client SSH avviserà che il codice del computer host è cambiato. Ciò avviene perché l'utente che si connetterà dopo l'installazione di Gentoo, si troverà non più sull'ambiente di installazione, ma sul nuovo sistema appena installato. Seguire le istruzioni date per sostituire la chiave host sul sistema client.

Per poter usare sshd, la rete deve funzionare correttamente. Proseguire con il capitolo su come Configurare la rete.